Segnalo che è in discussione in sede regionale campana un progetto di legge sul "riordino urbanistico degli usi civici".
Purtroppo, avendone letto il testo, anche seguendo la dottrina più nota, rilevo che la sua approvazione rappresenterebbe un rischio per i 200.000 ettari di terreni in uso civico presenti in Campania.
Infatti già esiste la l.r. n. 11 del 1981, molto apprezzata dalla dottrina (Guido Cervati in particolare).
Tra l'altro, questo progetto di legge regionale è un mero copia incolla sbalorditivo della già vecchia ed abbandonata proposta di legge regionale del governo Caldoro proposta da Cobellis et altri (Proposta di legge “Regime urbanistico dei terreni di Uso Civico” “Reg.Gen.n. 513 ad iniziativa dei Consiglieri Consoli, Cobellis, Iacolare, Mocerino).
E, secondo me, una stortura normativa, non originale, che si limita a riportare in legge regionale la normativa statale già vigente in materia di usi civici e vincolo ambientale, prevedendo fattispecie (ad esempio il mutamento di destinazione) già utilizzate ex lege per risolvere le problematiche in materia, molto presenti nei Comuni della Campania, dove ribadisco esistono oltre 200.000 ettari di terreni in uso civico, che in questo modo però verrebbero aggrediti urbanisticamente (vero obiettivo della legge).
E' altamente disomogenea (sul piano della tecnica legislativa) e frutto di impreparazione sulla materia tant'è che, ad esempio, parla di sanatoria degli atti notarili nulli, demanio pubblico (il demanio civico non è pubblico ma è collettivo, perciò si parla anche di proprietà collettiva), introduce la c.d. sclassificazione mai prevista dalla legge del 1927 n. 1766, parla di "migliorie" dell'affrancazione (i demanialisti napoletani come Guido Cervati potrebbero meravigliarsi) e applica per il calcolo dell'affranco le norme dell'enfiteusi civilistica in quanto compatibili (e non sono compatibili).