sabato 24 ottobre 2009

USI CIVICI. IL CASO CASTELSANDRA IN CAMPANIA

segnalato dal dott. Venneri
23/10/2009

Castellabate. Hotel Castelsandra: il Consiglio di Stato (IV Sezione) ha bloccato (per il momento) le ruspe di Comune, Regione ed Ente Parco, gli enti che stavano per attivare le procedure di esecuzione delle opere di demolizione di 25 villette abusive. I giudici romani di Palazzo Spada hanno accolto la domanda cautelare, proposta in calce al ricorso di appello, e, per l’effetto, hanno sospeso l’efficacia della sentenza (è la numero 19 del 12 gennaio 2009) del Tar di Salerno di rigetto del ricorso della società (in liquidazione) Hotel Castelsandra di Romano Leonilde & C. Sas. Con l’ordinanza depositata mercoledì scorso, il Consiglio di Stato ha considerato che l’azione amministrativa del Comune, volta a dare esecuzione al progetto di demolizione del 1° lotto delle opere edilizie abusive del complesso Hotel Castelsandra, la cui legittimità è stata statuita dalla sentenza impugnata con l’attuale gravame, pone problematiche che meritano particolare approfondimento. Tutto avverrà con la sentenza definitiva di merito, appunto. In particolare, ad avviso del collegio giudicante, l’indagine giuridica deve riguardare la valenza del verdetto del Commissario degli usi civici, la pendenza della istanza di alienazione dei beni, la pendenza delle istanze di condono edilizio, il titolo abilitativo che si sarebbe formato per silenzio assenso e la competenza della giunta comunale a disporre la misura sanzionatoria. Il Consiglio di Stato, inoltre, ha evidenziato che, sotto il profilo del danno, la disposta demolizione integra gli estremi del grave ed irreparabile pregiudizio, che la società Hotel Castelsandra verrebbe a patire in conseguenza della esecutività della sentenza appellata di primo grado (non sospesa), Dopo la sentenza del Tar, favorevole al Comune, aveva ripreso efficacia la gara di appalto di abbattimento delle villette, aggiudicata a dicembre del 2007 all’Ati Areda Insalata-Manna. Il relativo progetto, approvato dalla giunta guidata dal sindaco Costabile Maurano, era stato finanziato dalla Regione per 600mila euro. Le 25 villette abusive sorgono sull’area, appartenente al demanio, circostante l’Hotel Castelsandra, nel 1992 confiscato dal Tribunale di Napoli perché il socio Antonio Agizza, ora deceduto, aveva legami con il clan camorristico dei Nuvoletta. Due anni dopo, la Corte di Cassazione assolveva con formula piena l’Agizza, imputato del reato di partecipazione ad associazione a delinquere di stampo mafioso, e qualche tempo dopo la Corte di appello di Napoli annullava la confisca degli immobili, transitati, nel frattempo, nella disponibilità dell’Agenzia del Territorio. Il Comune ha più volte ribadito la volontà di conservare le opere non abusive del complesso immobiliare Castelsandra e di destinarle a fini di pubblico interesse. Il ricorso in Consiglio di Stato della società Hotel Castelsandra é stato presentato dall’avvocato Lorenzo Lentini. Nella causa sono intervenuti gli avvocati Roberto Giuffrida (Comune) e Lidia Buondonno (Regione). Il collegio giudicate romano era composto dal presidente ff Pier Luigi Rodi, dall’estensore Giuseppe Romeo e dai consiglieri Antonino Anastasi, Sergio De Felice e Sandro Aureli.
Sabato Leo da Il Mattino

lunedì 12 ottobre 2009

PREMIO NOBEL A ELINOR OSTROM STUDIOSA DI USI CIVICI E PROPRIETA' COLLETTIVE



"....per aver dimostrato come la proprietà pubblica possa essere gestita dalle associazioni di utenti....."

osservazione del Cesducim:
(forse allora mi permetto di ri-sottolineare sulla vecchia diatriba usi civici-proprietà collettive che la c.d. proprietà collettiva è una proprietà pubblica)


da corriere.it

Premiati per le loro ricerche sull'organizzazione della cooperazione nella governance
Assegnato a Elinor Ostrom e Oliver Williamson il Nobel per l'Economia
La Ostrom, 76 anni, statunitense, è la prima donna ad aver vinto il riconoscimento nella categoria Elinor Ostrom (a destra) e Oliver Williamson STOCCOLMA (SVEZIA) - Elinor Ostrom e Oliver Williamson , entrambi statunitensi, hanno vinto il premio Nobel per l'economia 2009. Sono stati premiati per le loro ricerche sull'organizzazione della cooperazione nella governance economica.
OSTROM - La Ostrom, 76 anni, è la prima donna ad essersi aggiudicata il prestigioso riconoscimento per quanto riguarda l'econonomia. La Olstrom, che insegna alla Indiana University di Bloomington, negli Usa, è una delle massime studiosi delle conseguenze del rapporto tra gli uomini e l'ambiente in particolare delle gestione delle risorse comuni e di come siano state creati nei secoli delle apposite istituzioni per la gestione delle stesse.
WILLIAMSON - Oliver Williamson, 77 anni, che insegna a Berkeley, nella University of California, è invece il creatore della cosidetta Economia Neo-Istituzionalista. Williamson sostiene che ogni organizzazione economica nasce dal tentativo di minimizzare costi di transazione in contesti caratterizzati da contratti incompleti, investimenti specifici, razionalità limitata e opportunismo. Tale circostanza comporta che ogni organizzazione economica soffre di un problema di contrattazione incompleta.
IL RICONOSCIMENTO - La Ostrom, spiega il comitato, «ha dimostrato come le comproprietà possono essere gestite in maniera efficace delle associazioni di utenti». Oliver E. Williamson, ha vinto invece «per la sua analisi della governance economica, in particolare i confini di un'impresa». Con i suoi studi, spiega la motivazione, Williamson «ha mostrato che i mercati e le organizzazioni gerarchiche, a riflesso di quanto avviene nelle aziende, hanno delle strutture di governance alternative che si differenziano per il modo diverso di risolvere i conflitti di interesse». Insieme al premio ai due vincitori vanno 10 milioni di corone svedesi, che equivalgono a poco meno di 1 milione di euro.
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dal sole 24 ore

Per sbloccare il potenziale umano serve un'apertura del settore pubblico e di quello privato che incoraggi la soluzione dei problemi da parte dei singoli individui in tutti gli aspetti dell'esistenza. In materia di fornitura e produzione di beni privati - beni relativamente facili da impacchettare e senza grosse esternalità - sappiamo che creare un mercato aperto e competitivo conduce a un incremento degli investimenti e dell'innovazione e a una diminuzione dei prezzi per i consumatori. L'imprenditorialità gioca un ruolo chiave nel settore privato, perché scopre metodi per mettere insieme fattori produttivi eterogenei in modi nuovi e complementari, data la disponibilità di risorse e tecnologia. Nel settore privato, la ricerca del profitto è la spinta trainante per gli imprenditori privati.La fornitura di beni pubblici esige istituzioni diverse da un mercato aperto e competitivo. Sono necessarie istituzioni che incoraggino l'azione collettiva e scoraggino il free-riding. Anche il mercato non è un'istituzione affidabile se mancano regole sulla proprietà, tribunali e polizia.Il linguaggio usato da molti analisti divide il ricco mondo delle istituzioni in una dicotomia improduttiva di "mercato" contro "Stato". Mentre i mercati sono considerati ambiti pubblici e aperti, dove individui e aziende competono tra loro, il settore pubblico viene raffigurato come una gerarchia verticistica con poco spazio per la soluzione dei problemi, se non da parte dei funzionari pubblici di grado più alto. Per sbloccare il potenziale umano, dobbiamo sbloccare il nostro modo di concepire gli assetti istituzionali non di mercato. Dobbiamo aprire il settore pubblico all'imprenditorialità e all'innovazione.Considerando che i benefici dei beni pubblici e delle risorse comuni sono sparpagliati all'interno di una comunità, molti studiosi ignorano la possibilità che imprenditori pubblici locali inventino metodi efficaci per la coproduzione di questi beni e servizi essenziali. Per altro verso, molti studiosi mettono l'accento sulla necessità di leadership nel settore pubblico. Gli studi approfonditi che abbiamo condotto sulla fornitura di servizi nei centri urbani e delle risorse comuni hanno ripetutamente riscontrato comunità di individui, nelle aree urbane e rurali, che si sono autorganizzati per fornire e coprodurre servizi locali di livello sorprendentemente buono considerando le limitazioni con cui devono fare i conti. Molti analisti politici partono dal presupposto che, senza importanti risorse esterne e pianificazione dell'alto, è impossibile fornire beni pubblici e risorse comuni sostenibili. Un simile presupposto assoluto è sbagliato. Se è vero che è sempre difficile trovare metodi efficaci per fornire questi servizi, gli imprenditori pubblici che lavorano a stretto contatto con i cittadini spesso trovano nuovi modi di mettere insieme i servizi, usando un mix di talenti e risorse locali.L'idea preconcetta che i locali non possano occuparsi dei problemi del settore pubblico ha portato in tutto il mondo all'adozione di leggi che assegnano la responsabilità dei servizi pubblici locali a enormi dipartimenti amministrativi dello Stato, spesso non provvisti delle risorse per portare a termine il loro compito. Non è così che si è sviluppata l'Europa. La legislazione contemporanea, che attribuisce ai governi regionali o nazionali la responsabilità dei beni pubblici e delle risorse comuni a livello locale, sottrae ai cittadini l'autorità di risolvere problemi che sono differenti da una località all'altra. Dobbiamo sbloccare le loro capacità e metterli nelle condizioni di essere riconosciuti come cittadini e funzionari pubblici locali con il potere e l'autorità di prendere misure per risolvere problemi locali. Dobbiamo concepire il settore pubblico come un sistema policentrico, e non come una gerarchia monocentrica.
Tratto da «Unlocking Public Entrepreneurship and Public Economies» (2005)
(Traduzione di Fabio Galimberti)
13 ottobre 2009
http://www.iu.edu/nobel/