sabato 28 febbraio 2009

USI CIVICI A EBOLI. UNA QUESTIONE SENZA FINE ?

da il Mattino di Salerno
28/02/2009

Eboli. Torna in consiglio comunale con una interrogazione urgente la vicenda dei terreni dell’Istituto Orientale, un contenzioso ultradecennale su 400 ettari di fondi agricoli che il comune di Eboli donò al Collegio dei Cinesi. Su una superficie di oltre due milioni di metri quadrati torna ad insediarsi lo scontro politico che ora potrebbe avere anche conseguenze sull’accordo transattivo in prima battuta approvato dal consiglio comunale e sul quale c’è l’ultima parola dell’Avvocatura dello Stato. Un consigliere comunale del Pd, Mauro Vastola, ripropone la vicenda che già aveva avuto diversi commenti. «Ci siamo riappropriati di 2 milioni di metri quadrati di terreni, in una zona strategica della Piana del Sele. Su quei terreni potrà già nascere il porto turistico, in attesa che il consiglio comunale torni a discuterne per darne gli indirizzi concreti» aveva sostenuto il presidente del consiglio comunale, Mario Conte. Il sindaco Melchionda: «Il consiglio comunale ha posto fine a un lungo braccio di ferro, ottenendo così la restituzione di 150 di ettari di terreno. Ora ne avremo la proprietà esclusiva». All’Orientale resteranno i fondi San Pietro Primo, San Pietro e Petruccia: «Su questi terreni abbiamo rinunciato al diritto degli usi civici», ha spiegato Melchionda. Cosimo Pio Di Benedetto (Pdl): «La transazione poteva essere chiusa con un risultato migliore». «La proposta transattiva, raffrontata alla normativa sugli usi civici del 1927 ed alla legge regionale numero 11 dell’81 - dice il consigliere comunale Mauro Vastola - offre uno spunto ad una serie di dubbi ed interogativi». Prima cifra da stabilire, secondo Vastola, è l’estensione totale dei terreni su i quali il comune di Eboli rivendica il diritto di uso civico. Perchè sugli usi civici «i proprietari sono i cittadini di Eboli, non i privati e lo stesso comune. «Al Comune spetta solo l’attività di gestione e di amministrazione dei terreni gravati da usi civici e non può disporre degli stessi» aggiunge Vastola. Sugli stessi terreno insistono anche una serie di occupatori. «È giusto ed opportuno che in consiglio comunale si conoscano gli attuali occupatori dei terreni e la loro legittimazione. Perchè c’è un interrogativo al quale chiedo risposta: è vero che con la conciliazione inserita nella proposta transattiva i terreni vengono posseduti in enfiteusi dagli occupatori i quali potranno affrancarselo con il pagamento del canone attuale moltiplicato per quindici vantando effettuati miglioramenti agrari?»

mercoledì 18 febbraio 2009

USI CIVICI A EBOLI (SA)

dal Mattino di Salerno
18/02/2009


FRANCESCO FAENZA Eboli.
Il comune si riappropria dei terreni dell’Orientale, i socialisti di Conte lanciano l’idea: «costruiamo il porto turistico». L’opposizione non vota la delibera e boccia l’operazione: «Non hanno un’idea da spendere, si rifanno ai progetti di Conte di 20 anni fa” afferma Cosimo Pio Di Benedetto (Pdl). Si conclude tra le polemiche un contenzioso decennale su 400 ettari di fondi agricoli che il comune di Eboli donò al Collegio dei Cinesi (l’antesignano dell’istituto universitario orientale) fondato dal missionario ebolitano. Mario Conte, presidente del consiglio comunale, ha già la prima proposta da lanciare: «Ci siamo riappropriati di 2 milioni di metri quadrati di terreni, in una zona strategica della Piana del Sele. Su quei terreni potrà già nascere il porto turistico, in attesa che il consiglio comunale torni a discuterne per darne gli indirizzi concreti». Su un concorso internazionale di idee è orientato il sindaco di Eboli, Martino Melchionda: «Il consiglio comunale ha posto fine a un lungo braccio di ferro, ottenendo così la restituzione di 150 di ettari di terreno. Ora ne avremo la proprietà esclusiva. Ma i rapporti con l’Orientale non sono compromessi. Avvieremo una gestione collettiva per dare un impulso alle attività agricole». I fondi contesi sorgono a pochi metri dal mare e dal fiume Sele. Ma anche dalla discarica di Coda di Volpe. Senza la bonifica di quest’area, con 25mila ecoballe di rifiuti, sarà difficile parlare di progetti di rilancio. Nella proprietà del comune rientrano 100 ettari del fondo Santa Cecilia, 5 ettari del fondo Badia. All’Orientale resteranno i fondi San Pietro Primo, San Pietro e Petruccia: «Su questi terreni abbiamo rinunciato al diritto degli usi civici», spiega Melchionda. Restano da definire gli interventi sul fondo Santa Cecilia, presente lungo la provinciale 30. Scuote la testa l’opposizione: «Dopo un anno e mezzo la giunta Melchionda non ha partorito un’idea valida su cosa fare di quei terreni- afferma Cosimo Pio Di Benedetto (Pdl)-. L’Orientale ha solo l’interesse di fittarli ai privati, ma chi vuoi che venga a costruire una Università qui? Rispolverare le idee di Conte significa o che Conte aveva visto giusto vent’anni fa, oppure che Melchionda è in ritardo di 20 anni con i suoi progetti. La transazione poteva essere chiusa con un risultato migliore. Il concorso internazionale di idee è la soluzione di chi non ha idee. Con quella delibera, il sindaco non ha vincoli di alienazione dei terreni, può venderli a chi gli pare. Prima di cantare vittoria, andiamo a vedere i diritti dei privati su quei terreni. Sugli usi civici c’è poco da cantare vittoria, potevamo ottenerne 400 ettari, ce ne siamo accontentati di 150». Sulla vicenda interviene Giuseppe La Brocca, capogruppo dell’Mpa: «Bisognava chiarire la partita degli usi civici, ma non è stata fatta chiarezza. Se la maggioranza avesse fatto l’un per cento dei suoi proclami, saremmo la città più bella d’Europa. Purtroppo la realtà è ben diversa». A calmare gli animi ci prova Mario Conte. Per ora i 150 ettari sono passati nella proprietà del comune: «A breve faremo un consiglio comunale per discutere sui quali progetti realizzare sui fondi dell’Orientale. Abbiamo da poco concluso una vecchia vertenza». Ma le contestazioni all’operazione sono solo all’inizio.

mercoledì 11 febbraio 2009

GIURISDIZIONE SUI BENI DEMANIALI

Riparto di giurisdizione in tema di concessioni di beni demaniali
Consiglio di Stato , sez. VI, decisione 03.02.2009 n° 586


Sintetica ma efficace la pronuncia n. 586/2009 dei giudici di Palazzo Spada riguardante il riparto di giurisdizione in materia di concessioni di beni demaniali.
Il Consiglio di Stato ritiene che sussiste la giurisdizione del G.A. per una controversia in materia di concessioni di beni demaniali nel caso in cui essa riguardi una delibera con la quale l’amministrazione, nell’esercizio di un potere autoritativo, ha rideterminato il quantum del canone da pagare.
Mentre il T.A.R., declinando la propria giurisdizione, aveva affermato la cognizione dell’A.G.O., sulla base del disposto dell’art. 5, comma 2, L. 1034/1971, il Consesso è lapidario nell’affermare che: secondo giurisprudenza consolidata (cfr. Cass., Sez.Un. n. 411/2007), “ le controversie concernenti indennità, canoni ed altri corrispettivi riservate, in materia di concessioni amministrative, alla giurisdizione del giudice ordinario sono quelle contrassegnate da un contenuto meramente patrimoniale, attinente al rapporto interno tra p.a. concedente e concessionario del bene, contenuto in ordine al quale la contrapposizione tra le parti si presta ad essere schematizzata secondo il binomio “obbligo-pretesa”, senza che assuma rilievo un potere di intervento riservato alla p.a. per la tutela di interessi generali”. Qualora, invece, la controversia esuli da tali limiti, coinvolgendo la verifica di come l’amministrazione ha esercitato i suoi poteri autoritativi incidendo sul rapporto concessorio, il conflitto tra p.a. e concessionario si configura secondo il binomio “ potere-interesse” e viene attratto nella sfera di competenza giurisdizionale del giudice amministrativo.
Pertanto, sussiste la giurisdizione del GA atteso che la controversia coinvolge la verifica di come la P.A. abbia esercitato i suoi poteri autoritativi incidendo sul rapporto concessorio.
(DA Altalex, 11 febbraio 2009)


Consiglio di Stato
Sezione VI
Decisione 3 febbraio 2009, n. 586
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)
ha pronunciato la seguente
DECISIONE
sul ricorso in appello n. 8807/2003, proposto da C. A., rappresentato e difeso dagli avv.ti Silvio Malossini e Francesco Vannicelli, elettivamente domiciliato presso lo studio di quest’ultimo in Roma alla via Varrone, n. 9;
contro
il Comune di Bocenago, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avv.ti prof. Paolo Stella Richter e Paolo Dalla Fior, elettivamente domiciliato in Roma presso lo studio del primo in Roma, viale G. Mazzini, n. 11;
la Provincia Autonoma di Trento, in persona del Presidente pro tempore, non costituitasi nel presente grado di giudizio;
per la riforma e l’annullamento
della sentenza del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa del Trentino-Alto Adige sede di Trento, n. 187/2002, resa tra le pari;
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto la memoria di costituzione in giudizio del Comune di Bocenago;
Vista la memoria difensiva notificata dall’appellante a sostegno delle sue posizioni;
Visti gli atti tutti della causa;
Relatore alla udienza pubblica del 7 novembre 2008, il Consigliere Roberto Giovagnoli, ed uditi altresì gli avv.ti Vannicelli e Stella Richter;
FATTO E MOTIVI DELLA DECISIONE
Ritenuto in fatto e considerato in diritto:
- che il Tribunale di primo grado ha declinato la giurisdizione sulla base dell’art. 5, comma 2, della l. n. 1034/1971, che attribuisce alla giurisdizione del giudice ordinario le controversie concernenti indennità, canoni ed altri corrispettivi relativi ad un rapporto di concessione di beni demaniali;
- che, secondo giurisprudenza consolidata (cfr. Cass. Sez. Un. n. 411/2007), “le controversie concernenti indennità, canoni ed altri corrispettivi riservate, in materia di concessioni amministrative, alla giurisdizione del giudice ordinario sono quelle contrassegnate da un contenuto meramente patrimoniale, attinente al rapporto interno tra p.a. concedente e concessionario del bene, contenuto in ordine al quale la contrapposizione tra le parti si presta ad essere schematizzata secondo il binomio “obbligo-pretesa”, senza che assuma rilievo un potere di intervento riservato alla p.a. per la tutela di interessi generali”. Qualora, invece, la controversia esuli da tali limiti, coinvolgendo la verifica di come l’amministrazione ha esercitato i suoi poteri autoritativi incidendo sul rapporto concessorio, il conflitto tra p.a. e concessionario si configura secondo il binomio “potere-interesse” e viene attratto nella sfera di competenza giurisdizionale del giudice amministrativo;
- che, in applicazione di tali principi, nel caso di specie deve essere affermata la giurisdizione amministrativa, in quanto oggetto del giudizio è la delibera con la quale il Comune di Bocenago, nell’esercizio di un potere autoritativo, ha riderminato il quantum del canone da pagare;
- che, pertanto, la sentenza appellata va annullata con rinvio al Tribunale di primo grado affinché dia luogo al giudizio di merito;
- che la decisione sulle spese, anche del presente grado, verrà assunta al momento della definizione del giudizio, alla luce dell’esito della lite;
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Sesta, non definitivamente pronunciando accoglie l’appello e, per l’effetto, annulla la sentenza appellata con rinvio al giudice di primo grado.
Spese al definitivo.
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall’Autorità amministrativa.
Così deciso in Roma, il 7 novembre 2008 dal Consiglio di Stato in sede giurisdizionale - Sez. VI - nella Camera di Consiglio, con l'intervento dei Signori:
Claudio VARRONE Presidente
Paolo BUONVINO Consigliere
Domenico CAFINI Consigliere
Bruno Rosario POLITO Consigliere
Roberto GIOVAGNOLI Consigliere Est.
Presidente
CLAUDIO VARRONE
Consigliere Segretario
ROBERTO GIOVAGNOLI STEFANIA MARTINES
DEPOSITATA IN SEGRETERIA IL 03/02/2009.

LA SDEMANIALIZZAZIONE DI BATTIPAGLIA (SA)

11/02/2009

dal Mattino

RITA TRAPANESE
Battipaglia. Circa due milioni e 400mila euro finora incassati ed un altro milione ancora da riscuotere. Un'autentica boccata d'ossigeno per le asfittiche casse comunali arriva dalla vendita dei terreni di usi civici ubicati in località Difesa Nuova, nel comune di Pontecagnano Faiano. Suoli la cui proprietà è stata assegnata a Battipaglia all'atto della costituzione a comune ma che sono restati sempre sotto la competenza amministrativa del centro picentino. Aree (comprese in massima parte tra la linea ferroviaria e la strada SS18) occupate nel tempo da abusivi che poi hanno avuto modo di regolarizzare la proprietà in seguito ad un articolato iter che ha portato alla loro sdemanializzazione. E proprio i contratti (sedici sui possibili ventiquattro) già stipulati tra l'ente locale e quanti hanno espresso la volontà di acquistare il suolo su cui nel frattempo avevano avviato attività produttive o costruito abitazioni hanno consentito di registrare un'"entrata" positiva nei conti del comune. Una voce presente da tempo nel bilancio di previsione annuale che però finora non aveva portato ad un effettivo incasso per svariati intoppi burocratici. Lunghi scambi di incartamenti tra comune e uffici regionali, diversi ricorsi al tribunale amministrative fino all'ultima sentenza del Tar di Salerno che ad ottobre del 2006 ha accolto un'istanza presentata dall'avvocato Giuseppe Lullo, responsabile dell'Ufficio Legale dell'ente. Nell'ordinanza si rimarcava la "perdurante inerzia" della Regione Campania, e si nominava un commissario ad acta per definire l'ormai annosa questione. C'è stata poi anche una rinuncia all'incarico di un primo funzionario. L'impasse è stato superato con la nomina a commissario della dottoressa Rosa La Ragione che ha dato una svolta alla procedura ("i terreni in questione hanno perso la destinazione agro-silvo-pastorale", si leggeva nelle motivazioni della sentenza) fino ad arrivare ad emettere il decreto di sdemanializzazione dei terreni con l'assegnazione agli abusivi dei relativi suoli con la clausola di una verifica finale delle aree rispetto ad eventuali vincoli aeroportuali. Gli occupanti per entrare nel pieno possesso dei suoli hanno dovuto pagare un prezzo a metro quadro stabilito dall'Ufficio Tecnico Erariale ed aggiornato secondo l'Istat. Dunque un iter conclusosi solo di recente ma iniziato, tra molte polemiche, nel lontano 1995 durante la prima amministrazione del sindaco Fernando Zara. I terreni interessati dal processo di sdemanializzazione, oltre che in agro di Pontecagnano Faiano, sono presenti anche nel territorio di Eboli. Ed, in merito a questi ultimi, si è avviata la relativa procedura che dovrebbe portare alla vendita di decine e decine di appezzamenti a monte della strada litoranea, partendo da una recente ed aggiornata ricognizione della zona. Per questi lotti si è in attesa dei pareri dell'Autorità di Bacino e dello stesso comune di Eboli per poter poi inviare tutti gli incartamenti alla Regione. Questa ulteriore operazione di vendita dei beni demaniali dovrebbe fruttare altri due milioni di euro. Una somma però che dovrà essere utilizzata, così come quella finora incassata, per realizzare un'opera pubblica sul territorio cittadino nel rispetto della originaria destinazione dei suoli all'utilizzo della comunità battipagliese.

martedì 10 febbraio 2009

GLI USI CIVICI SU STRISCIA LA NOTIZIA DEL 3 FEBBRAIO 2009

(segnalazione puntuale come al solito del dott. G. B. Venneri di Casalvelino -SA-)
Martedì 03 Febbraio 2009
Capitan Ventosa e le mucche
Una vicenda di liti decennali e di mucche
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/
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