lunedì 28 giugno 2010

INIZIA LA SVENDITA DEMANIALE. BENE O MALE ?

Isole e Dolomiti, la lista delle polemiche
Al demanio locale anche le montagne. Il Pd: è estremismo
ROMA — Si avvicina l’ora X per sapere quali saranno i beni del Demanio che potranno essere trasferiti agli enti locali in base al federalismo demaniale. A fine luglio l’Agenzia del demanio diretta da Maurizio Prato fornirà un elenco dettagliato e ufficiale che apparirà sul suo sito. Intanto, da ieri è disponibile una lista provvisoria che i governatori delle Regioni o i sindaci potranno cominciare a studiare per vedere se vi sono beni interessanti. Quelli finora «inventariati » valgono oltre 3 miliardi di euro, costituiti da 9 mila immobili, chilometri di spiagge, centinaia di miniere, fiumi e laghi (in questo caso solo in concessione). I pezzi più pregiati sono quelli storici come la Cittadella di Alessandria, il Palazzo dei Normanni a Palermo, la Rocca di Scandiano, il Castello di Vigevano. Da ieri si sono aggiunte altre perle come pezzi delle Dolomiti (Tofane, Monte Cristallo, la Croda del Becco a Cortina), alcuni vecchi immobili di Porta Portese, famosa ormai nel mondo per il celebre mercatino romano, la facoltà di Ingegneria della Sapienza e persino il Nuovo Cinema Sacher di Nanni Moretti, stimato 4 milioni e mezzo di euro.
La tabella di marcia per lo storico passaggio, anticamera per una valorizzazione o addirittura la cessione a privati (in questo caso il ricavato andrà in gran parte alla riduzione del debito locale e per il 25% residuo per quello pubblico), si sta accorciando. Entro il 20 di agosto le amministrazioni centrali dovranno indicare i beni in uso che intendono conservare. Passati altri tre mesi — cioè entro il 20 di novembre—il governo pubblicherà l’elenco dei beni effettivamente cedibili agli enti locali. A questo punto Regioni e Comuni avranno a disposizione due mesi per fare richiesta spiegando però che cosa intendono fare. Se tutto va bene dopo altri 60 giorni arriveranno i decreti per il passaggio di proprietà: l’operazione dovrebbe dunque terminare entro fine marzo del prossimo anno.
Nella lista messa a punto dall’Agenzia ci sono anche montagne e laghi, ex caserme come quella di Santo Stefano vicino a Ventotene e veri e propri gioielli dal valore incalcolabile come il Museo di Villa Giulia a Roma, l’ex Forte Sant’Erasmo a Venezia, il faro di Ponza. Sempre a Roma spiccano l’ex Forte Ardeatino, l’area della Villa Gregoriana a Tivoli e l’intera area dell’Idroscalo di Ostia (valore stimato quasi 7 milioni di euro) dove Pier Paolo Pasolini trovò la morte. Nel ricco e affascinante capitolo dei fari arrivano quelli di Ponza, di Mattinata sul Gargano, di Spignon a Venezia oltre a quello di Punta Palascia a Otranto. Tra le isole che possono essere devolute quella di Santo Stefano vicino a Ventotene, terreni nell’isola dell’Unione di Chioggia e in quella di Sant’Angelo delle Polveri a Venezia e un complesso di aree dell'isola di Palmaria vicino a Portovenere.

Non sono mancate le polemiche. Se il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia ha valutato il federalismo demaniale «una cosa giusta», l’opposizione ha avuto molto da ridire. Per il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli «dietro questa alienazione di beni si nasconde la più grande operazione edilizia ed immobiliare della storia della Repubblica italiana». Il deputato del Partito democratico Francesco Boccia osserva che il «federalismo non deve diventare un suk, ma una nuova stagione di doveri» e annuncia che nei prossimi giorni il Pd tornerà alla carica per introdurre «forme di compensazione dei territori meno fortunati».
Roberto Bagnoli DA CORRIERE.IT
28 giugno 2010