sabato 18 luglio 2009

SUCCESSO DELLE REGOLE DI AMPEZZO DAVANTI AL TAR VENETO


Nuove centrali idroelettriche: accordo fra Regole e Regione davanti al T.A.R. (Cortina d’Ampezzo, 9 luglio 2009).Il Coordinamento Veneto della Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva rende noto che, con delibera n° 1609 della Giunta Regionale del 9 giugno scorso, la Regione Veneto ha accolto le preoccupazioni del mondo della proprietà collettiva veneta riguardo ai nuovi impianti idroelettrici su territorio regionale.Lo scorso inverno la Consulta aveva promosso un ricorso davanti al T.A.R. Veneto – sostenuto da circa 30 Regole del Bellunese – contro una disposizione della Giunta Regionale che indicava nuove disposizioni per il settore idroelettrico.Con sua delibera del 30 dicembre 2008 (n° 4070), infatti, il Veneto prevedeva misure di agevolazione per chi intende progettare e realizzare centrali idroelettriche sul territorio regionale. Nelle more della decisione, però, era previsto che non fosse più necessario ottenere il consenso dei proprietari dei terreni attraversati dalle condotte o dalle opere edili; anzi, questi sarebbero stati espropriati dei loro terreni per scopi di interesse pubblico.Le Regole del Bellunese si sono opposte a questa decisione, ricorrendo appunto al tribunale amministrativo regionale per ricordare che il patrimonio storico regoliero è tutelato dalla legge all’inalienabilità e indivisibilità: esso ha destinazione perpetua a bosco e pascolo e non può essere ceduto a terzi. Vi si può però autorizzare un mutamento di destinazione per uso pubblico, con un adeguato indennizzo della comunità regoliera per i nuovi usi e per il maggior valore che i terreni acquisiscono con la trasformazione.La Regione Veneto, sollecitata dalla Consulta e da molte Regole, ha accolto le ragioni delle comunità e ha modificato recentemente le disposizioni sulle centrali idroelettriche. Con delibera di Giunta del 9 giugno scorso (n° 1609), la Regione ha perciò ribadito che, “nel caso in cui l’impianto interessi aree demaniali appartenenti al patrimonio indisponibile degli Enti pubblici, ovvero beni del patrimonio regoliero, la procedura espropriativa non è ammessa e, pertanto, il richiedente deve dimostrare, mediante atti idonei, la disponibilità del soggetto proprietario a concedere l’uso delle aree medesime”.Detto più chiaramente, se un imprenditore privato intende realizzare un impianto idroelettrico su proprietà regoliera, l’occupazione deve essere prima autorizzata dalla Regola interessata, che rimarrà comunque proprietaria dei terreni.Il T.A.R. ha quindi emesso una rapida sentenza di chiusura del contenzioso, in quanto la decisione regionale viene incontro alle richieste presentate al tribunale dalla Consulta.Soddisfazione è stata espressa in tutto il mondo regoliero per questa decisione della Giunta Regionale, che ha saputo interpretare le esigenze di difesa collettiva del territorio pur mantenendo gli obiettivi di un maggiore impegno nel settore delle energie rinnovabili.
COMPLIMENTI AL DOTT. STEFANO LORENZI, strenuo difensore della proprietà collettiva