lunedì 21 maggio 2007

PABLO NERUDA SUL BOSCO CILENO


Confesso che ho vissuto


Il Bosco cileno.

...Sotto i vulcani, accanto ai ghiacciai, fra i grandi laghi, il fragrante, il silenzioso, lo scarmigliato bosco cileno... I piedi affondano nel fogliame morto, un ramo si spezza, i giganteschi raulì innalzano la loro increspata statura, un uccello della selva glaciale sfreccia, batte le ali, si posa fra l'ombra dei rami. E poi dal suo nascondiglio suona come un oboe... Mi entra dalle narici all'anima il profumo selvaggio dell'alloro, il profumo oscuro del boldo... Il cipresso delle Guaitecas m'impedisce il passaggio... E' un mondo verticale: una nazione di uccelli, una moltitudine, di foglie... Inciampo in una pietra, rovisto nella cavità aperta, un immenso ragno dalla chioma rossa mi guarda con occhi fissi, immobile, grande come un granchio... Un carabo dorato sprigiona il suo mefitico odore mentre scompare come un lampo il suo splendente arcobaleno... Camminando, attraverso un bosco di felci molto più alte di me: mi lasciano cadere in viso sessanta lacrime dai loro verdi occhi freddi, e al mio passaggio i loro ventagli tremolanti oscillano a lungo... Un tronco marcio: un tesoro! ... Funghi neri e azzurri gli hanno dato orecchie, rosse piante parassite l'hanno colmato di rubini, altre piante indolenti gli hanno prestato le loro barbe e dalle sue fradicie viscere sbuca, veloce, una biscia, come un'emanazione, quasi che dal tronco morto fuggisse l'anima... Più lontano ogni albero si è separato dai suoi simili... Si ergono sul tappeto della foresta segreta, e il fogliame di ogni chioma, lineare, increspato, ramificato, lanceolato, ha uno stile differente, come fosse tagliato da una forbice dai movimenti infiniti... Un burrone, sul fondo, l'acqua trasparente scorre sul granito e sul diaspro... Una farfalla pura come un limone vola, danzando fra l'acqua e la luce... Al mio fianco con le loro testoline gialle mi salutano le infinite calceolarie... In alto, come gocce arteriali della selva magica oscillano vibrando i copihue rossi (Lapageria Rosea)... Il copihue rosso è il fiore del sangue, il copihue bianco è il fiore della neve... In un tremito di foglie la velocità di una volpe ha attraversato il silenzio, ma il silenzio è la legge di questi fogliami... Appena il grido confuso di un animale lontano... L'intersezione penetrante di un uccello nascosto... L'universo vegetale sussurra appena finché un uragano non mette in azione tutta la musica terrestre.

Chi non conosce il bosco cileno, non conosce questo pianeta.

Da quelle terre, da quel fango, da quel silenzio, io sono uscito ad andare a cantare per il mondo.

da Confesso che ho vissuto, 1974,

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